In un nuovo report diffuso qualche giorno fa la Cgia di Mestre conferma un sentir comune: i finanziamenti che la Banca Centrale Europea ha avuto modo di erogare nel corso degli ultimi sei mesi agli istituti di credito, con un tasso di interesse dell’1 per cento, non hanno prodotto la sperata spinta concessoria nei confronti di famiglie e imprese.
Di contro, è invece aumentato l’acquisto di titoli di Stato da parte delle stesse banche “beneficiarie” della politica monetaria della Bce.
In termini meno sintetici, quel che è accaduto è, ancora una volta, piuttosto palese: i miliardi di euro che le banche italiane hanno ricevuto dall’istituto di Francoforte sono stati utilizzati dagli istituti di credito per supportare le proprie politiche di ripatrimonializzazione, andando ad acquistare titoli di Stato per oltre 93 miliardi di euro in più rispetto al periodo di confronto precedente.
Sul fronte delle erogazioni a famiglie e imprese, i dati deludono: le famiglie hanno ricevuto prestiti per meno 1,29 miliardi di euro rispetto alla base temporale di confronto (- 0,3 per cento), mentre alle imprese è andata addirittura peggio, con una contrazione di 7,9 miliardi di euro ( -0,8 per cento).
A commentare i dati è Giuseppe Bortolussi, segretario Cgia, secondo cui la preferenza per l’investimento in Bot, Cct e Btp “non rappresenta l’unica spiegazione della mancata concessione del credito al settore privato italiano. Tuttavia, si vuole porre l’accento sul fatto che, in una determinata situazione come quella che si e’ venuta a creare verso la fine del 2011, le banche italiane hanno preferito investire sul sicuro, anziche’ rischiare assieme alle famiglie ed alle imprese. Tuttavia, se le banche italiane hanno acquistato i nostri titoli di Stato in maniera cosi massiccia, non possiamo disconoscere che cio’ ha contribuito a immettere una forte dose di liquidita’ nel sistema salvando il Paese dalla bancarotta”.