La Cessione del Quinto dello Stipendio è una tipologia di prestito che è regolata dal D.P.R. 5 gennaio 1950, n. 180, in materia di “Sequestro, Pignoramento e Cessione degli stipendi salari e pensioni”. Da considerare anche il relativo regolamento attuativo D.P.R. 28 luglio 1950, n. 895.
Sostanzialmente la cessione del quinto è un tipo di prestito che le banche e le società finanziarie concedono ai dipendenti, siano essi pubblici o privati, e ai pensionati. In pratica questo prestito si contraddisitingue dagli altri per le modalità di rimborso delle rate, che vengono detratte dall’ammontare dello stipendio o della pensione, per un ammontare non superiore ad un quinto dello stipendio netto o della pensione netta, da qui il nome di “cessione del quinto”.
La durata massima del prestito può essere di 120 mesi e solitamente non può essere inferiore a 36 mesi, ovvero 3 anni. La cessione del quinto può anche essere concessa a dipendenti che hanno un contratto di lavoro a tempo determinato, purché la durata del prestito non ecceda quella del rapporto di lavoro. Nel caso di cessione del quinto a pensionati, la durata del prestito non può andare oltre il 90esimo anno di età del richiedente.
Un’altra caratteristica di questo finanziamento è il fatto che il rimborso delle rate viene fatto direttamente dal datore di lavoro, il quale dovrà preoccuparsi di detrarre l’importo dallo stipendio del suo dipendente e di versarlo, entro i termini previsti, alla società finanziaria.
Nello specifico, il datore di lavoro è obbligato ad accettare una richiesta di Cessione del Quinto da parte di un suo dipendente. Il contratto di prestito a dipendente lo vincola a due obblighi:
- Trattenere la rata che viene indicata nel contratto dalla busta paga del dipendente per versarla alla Banca che emette il prestito. Questo obbligo dura per tutto il tempo in cui ci sia una busta paga dalla quale detrarre l’ammontare della rata. Se infatti il rapporto di lavoro cessa per qualsiasi motivo, sia dimissioni, che licenziamento oppure aspettativa, il datore di lavoro può legittimamente interrompere il pagamento della rata;
- In caso di dimissioni o di licenziamento il datore di lavoro dovrà trattenere ogni somma che è stata maturata dal dipendente presso l’azienda (ad esempio il TFR, le ferie non godute, ecc) e versarla alla Banca che ha emesso il prestito. La banca userà questa somma per estinguere il suo prestito.
Per poter fare domanda di cessione del quinto basta avere i seguenti documenti:
- documento di identità in corso di validità;
- codice fiscale;
- le ultime due buste paga, una dichiarazione di stipendio che attesti l’anzianità lavorativa, il TFR disponibile oppure, nel caso il richiedente sia un pensionato, il cedolino della pensione.
La cessione del quinto viene concessa anche agli stranieri, che devono aggiungere a tutti i documenti descritti prima, anche il permesso di soggiorno, e a chi è stato protestato oppure segnalato come cattivo pagatore, dato che la società finanziaria ha la garanzia dello stipendio.